L’autopsia stabilisce che sono state ben 27 le coltellate inferte alla testa, all’addome e sui lombi. Due i colpi fatali: alla nuca e ad un polmone. Il delitto è stato commesso con un’arma bianca, si presume una lama bitagliente dalla punta arrotondata, lunga quasi 10 centimetri, che tuttavia non verrà mai ritrovata. Si pensa ad un tagliacarte ben affilato e usato con forza, vista la profondità e la reiterazione dei colpi. Il corpo viene ritrovato in posizione prona, in un lago di sangue. Accanto ad esso nulla è in disordine, a parte uno straccio per pulire i pavimenti e un mazzo di chiavi caduto a terra.
Nonostante la violenta aggressione, a pochi centimetri dal cadavere di Cuccuini c’è una sedia, sistemata dietro al bancone di legno, che sembra non sia mai stata spostata: su di essa la scientifica rinviene una piccolissima e isolata traccia ematica. Partendo da questo particolare, gli inquirenti ipotizzano che al momento dell’omicidio qualcuno, probabilmente l’assassino, fosse seduto proprio su quella sedia. La dinamica dell’evento lascia anche ipotizzare che la vittima fosse quasi inginocchiata, come a voler raccogliere qualcosa dal pavimento, quando è stata colpita la prima volta. Cuccuini viene colto di sorpresa non riuscendo a mettere in atto alcun meccanismo di difesa, ciò è testimoniato dal fatto che non vengono rilevate ferite alle mani o alle braccia. Questo aspetto ci fa capire perché, nonostante l’estrema brutalità dell’azione omicidiaria, tutto viene ritrovato al suo posto, non ci sono segni di colluttazione né schizzi di sangue sulle pareti.