La storia della mafia in Italia si avvia con la nascita e lo sviluppo storico di organizzazioni di potere illegale, in grado di dialogare con gli apparati ufficiali e il mondo economico, a partire dalla fine dell’Ottocento. Dopo un consolidamento nei territori d’origine, il secondo dopoguerra assiste alla prima espansione delle mafie storiche dal Meridione ad alcune aree del Nord del paese. Dalla protezione degli interessi dei grandi proprietari agricoli del Sicilia, alle forme di potere esercitate nei quartieri popolari di Napoli, dalle campagne della Calabria alle città del Nord America, queste organizzazioni hanno progressivamente ampliato la sfera delle loro attività legali e illegali, come i contrabbandi di sigarette, il racket sulle attività commerciali, i traffici di droga. Queste organizzazioni hanno influenzato profondamente la società, attraverso accordi di corruzione, scambi a vario livello, periodi di “trattative” e di scontro frontale con le istituzioni statali, come dimostrano la stagione delle stragi e le uccisioni di sindacalisti, politici, magistrati e uomini delle forze di polizia.
Oltre ai confini italiani, le mafie italiane hanno trovato terreno fertile in altre aree del mondo, stringendo accordi anche con altre organizzazioni criminali a livello globale. Organizzazioni come i clan latino-americani, la mafia cinese, la mafia russa, la mafia africana e la mafia albanese sono diventati interlocutori significativi in questo contesto.
Le mafie assumono forme organizzative differenziate, in evoluzione nel tempo. Possono avere una matrice familiare o meno, concedere diversi gradi di autonomia ai propri membri, annoverare complicità più o meno significative di alcune figure femminili. In ogni caso, per la tutela degli interessi del gruppo e dei suoi segreti, si dotano il più delle volte di strutture gerarchiche ben definite, con boss mafiosi o capi mafiosi, che guidano l'organizzazione e gestiscono le informazioni più importanti, e soggetti con ruoli, competenze e conoscenze via via più marginali e limitate. Queste organizzazioni criminali si caratterizzano per il loro carattere violento e per la capacità di gestire complesse reti di relazioni e di scambio anche con esponenti di politica, imprenditoria, forze dell’ordine e magistratura. Proprio la capacità di dialogo con altre forme di potere e la gestione di forme più o meno ampie di consenso nella società caratterizzano le mafie rispetto a tutte le altre forme di crimine organizzato.