Quella domenica si festeggiava san Francesco, un santo particolarmente caro a Foligno e, in generale, a tutta l'Umbria. Era il 4 ottobre del 1992. Il piccolo Simone Allegretti, figlio del benzinaio, stava giocando con la bicicletta vicino a un albero di noce nella campagna accanto a casa sua, a Maceratola. Dalla casa si percepiva la sua presenza. Poi, a un tratto, il silenzio. Simone era sparito. Immediate le ricerche, con decine di poliziotti, vigili del fuoco e carabinieri che, aiutati da due elicotteri e dalle unità cinofile, setacciarono la zona. Di Simone però nessuna traccia.

Screenshot 2024 10 01 at 11 23 13 Saluti al prossimo omicidio . La firma del mostro sui bimbi morti il GiornaleCome riportò l'Unità al tempo, vicino all'abitazione degli Allegretti vennero ritrovati abbandonati "la bicicletta del bambino, il sacchetto delle noci che aveva raccolto e le pantofole della nonna che Simone amava calzare". Per gli inquirenti tutte le piste potevano essere valide, dal rapimento alla disgrazia. La famiglia invece escluse subito la possibilità che Simone si fosse avventurato da solo verso il fiume, perché in grado di riconoscere i pericoli della campagna, e che fosse stato rapito a scopo di estorsione. L'ipotesi più probabile fin da subito fu quella di un rapimento da parte di sconosciuti, senza però l'intenzione di chiedere un riscatto.

Ma chi poteva aver portato via Simone? La risposta arrivò un paio di giorni dopo, quando nella cabina telefonica di fronte alla stazione venne ritrovato un biglietto: "Aiuto! Aiutatemi per favore. Il 4 ottobre ho commesso un omicidio. Sono pentito ora anche se non mi fermerò qui", lessero gli inquirenti sul foglio bianco lasciato sotto al telefono. L'autore del messaggio, riportato da Misteri d'Italia, ammetteva di aver rapito e ucciso Simone Allegretti e indicò il luogo nel quale gli inquirenti avrebbero potuto trovare il corpo: "Si trova vicino alla strada che collega Casale (fraz. di Foligno) e Scopoli. È nudo e non ha l'orologio con cinturino nero e quadrante bianco". Sotto l'autore aveva aggiunto anche un post-scriptum: "Non cercate le impronte sul foglio, non sono stupido fino a questo punto. Ho usato dei guanti". Ma le parole più agghiaccianti spiccavano nero su bianco in fondo alla pagina: "Saluti, al prossimo omicidio".

Gli inquirenti si recarono sul posto indicato nel biglietto, per verificare quanto scritto e lì, con il viso seminascosto dalle foglie, venne trovato il corpicino nudo di Simone. Poco lontano vennero individuati anche i suoi vestitini. L'autopsia, come riportò l'Unità, accertò che Simone venne ucciso con alcuni colpi alla gola, effettuati con "un punteruolo oppure un cacciavite".

Il messaggio che aveva indicato il luogo in cui trovare il cadavere di Simone recava una firma agghiacciante: "Il mostro". Così, a Foligno, si diffuse la paura. Nel frattempo, gli inquirenti si misero sulle tracce dell'assassino. Un poliziotto propose di mettere una telecamera fissa sulla tomba del piccolo Simone: il mostro poteva essere rimasto legato alla sua vittima e tornare a fargli visita. Ma il team chiamato per risolvere la vicenda optò per l'istituzione di un numero verde, con l'intenzione di aprire un canale di comunicazione con l'omicida.