Lo sfortunato protagonista di questa brutta storia è proprio il più piccolo, Cristiano, un bambino bello e dolce che conduce con la famiglia una vita tranquilla ed ha la tenera abitudine di guardare un’immagine della nonna, che non c’è più, e parlare con lei. Ma prima di parlare del giorno del delitto, bisogna fare un passo indietro e andare al 21 febbraio quando, intorno alle 13:30, alla porta di casa si presenta un ragazzo che la signora Aprile descrive così:

Un ragazzo sui 18-20… Era alto, molto magro, di una magrezza innaturale. Di un colorito livido, un pallido che andava nel livido. Occhi neri, capelli nerissimi, mi sembra tagliati a spazzola. E occhiali cerchiati di scuro, ma non occhialetti alla Cavour, come erroneamente riportato da qualche giornale. Occhiali normali, grandi, però cerchiati di scuro.

Il giovane afferma di essere un allievo del marito e con voce tranquilla le dice:

Buongiorno, signora. Sono venuto a ritirare un libro di Elettronica per il V anno.

Aggiunge anche che vorrebbe entrare a cercarlo perché l’indomani avrebbe dovuto essere interrogato per la fine del quadrimestre. La donna lo fa accomodare ma, nonostante l’aiuto di Giada, non trova il testo e va via. L’episodio, non si sa come mai, non viene riferito al professore Aprile.