Torniamo al 24: come ogni mattina Fiorella Baroncelli si alza alle 5:30, prepara la colazione per tutti e sveglia i figli. Il marito e Patrizio escono verso le 8:00, mentre Giada e Cristiano restano a casa perché, essendo Martedì grasso, a scuola entreranno in pochissimi. Alle 8:20 suona il campanello, la signora decide di non aprire perché la casa è in disordine ed ha molto da fare. Le scampanellate, però, si fanno sempre più insistenti così la donna cede, trovandosi di fronte lo stesso ragazzo che tre giorni prima si era presentato come allievo del marito ed era entrato nell’appartamento a cercare un libro di cui aveva bisogno. Stavolta, però, il giovane è armato di coltello e le intima di stare zitta e calma, assicurandole che se non avesse gridato non le sarebbe successo niente di male.

Inizialmente la signora Aprile, incredula, pensa addirittura che si tratti di uno scherzo, dopotutto è Carnevale. Ma l’aggressore le chiede dove tiene i soldi, poi con un forte accento romanesco le ordina di stendersi a terra: le lega mani e piedi, la fa sedere e le copre la bocca con un bavaglio blu con dei pois bianchi. La Baroncelli gli indica dove conserva il denaro, mezzo milione, che tiene in uno scrigno per pagare delle bollette e fare la spesa.

I ragazzi non si accorgono di nulla: Cristiano dorme nella sua stanzetta, Giada nel letto dei genitori. All’improvviso l’intruso corre nella camera di Cristiano e con inaudita ferocia lo accoltella 8 volte, la madre riesce a slegarsi per correre in aiuto del suo bambino ma l’uomo la blocca, la porta in bagno e le sferra diverse coltellate alla gola, alla testa e alla spalla. Poi si accanisce su Giada colpendola alla schiena, al naso, al fianco e all’orecchio sinistro.

Anche se gravemente ferita, Fiorella riesce a trascinarsi sul pianerottolo e a chiedere aiuto alla signora impegnata a lavare le scale. Nel frattempo il killer dagli occhiali scuri esce dall’edifico e scompare nel nulla. Viene chiamata l’ambulanza, che porta le vittime al policlinico Umberto I: Giada e la mamma si salvano, ma purtroppo per Cristiano non c’è più nulla da fare.

Le indagini, coordinate dal capo della Mobile Rino Monaco, battono tutte le piste possibili. In un primo momento si pensa alla vendetta di uno studente nei confronti di Valerio Aprile, che insegna anche in una scuola privata, oltre a impartire lezioni private in casa propria. Vengono ascoltate oltre 100 persone, tra allievi e soggetti ad essi collegati, ma non emerge nulla di rilevante. Grazie alla testimonianza delle vittime viene elaborato e diffuso un accurato identikit dell’aggressore e diversi agenti vengono impiegati nelle ricerche, ma non viene trovata alcuna corrispondenza.