Era il 26 agosto 2010. Il delitto di Avetrana è un delitto d'agosto, come tanti nella storia italiana, e un delitto di famiglia. Due donne in carcere che si sono sempre dichiarate e ancora si dichiarano innocenti, nonostante la condanna in via definitiva all’ergastolo. Sono Sabrina Misseri e Cosima Serrano. Sono state loro, secondo i giudici, a uccidere Sarah Scazzi e a nasconderne il cadavere con l'aiuto di Michele Misseri, padre di Sabrina e marito di Cosima, condannato a 8 anni per il solo reato di occultamento di cadavere e uscito da carcere nel febbraio del 2024. Michele Misseri è tornato lo scorso febbraio ad Avetrana, Taranto, dove tutto è cominciato.
La 15enne Sarah Scazzi esce di casa nel primo pomeriggio ad Avetrana (Taranto), in mano un telefonino, alle orecchie un auricolare. Deve raggiungere la casa della cugina (e migliore amica) Sabrina, più grande di lei di alcuni anni (ne ha 22), a poche centinaia di metri da casa sua, per andare al mare sulla costa jonico-salentina insieme a un'altra ragazza, Mariangela Spagnoletti che deve passare a prenderle in auto. Della 15enne si perdono presto le tracce.
29 Settembre 2010
Dopo un mese di ricerche e appelli, il 29 settembre Michele Misseri, zio di Sarah e padre di Sabrina, mette in scena il casuale ritrovamento del telefonino di Sarah che lui dice di aver scoperto bruciacchiato, con la scheda ma senza batteria, tra le stoppie, mentre lavorava in campagna.