Ma qual è il filo rosso che unisce tutte le aggressioni? Gli inquirenti lo trovarono in Martina Levato, conoscenza comune a tutti, a eccezione di Savi, che fu infatti vittima di uno scambio di persona. Gli altri tre ragazzi avevano intrattenuto con Martina brevi relazioni o semplici scambi di effusioni: Pietro aveva frequentato il liceo Parini come la donna e con lei aveva avuto una breve frequentazione, Margarito aveva consumato con la ragazza un rapporto sessuale durante l'estate dell'anno precedente e Giuliano aveva scambiato qualche effusione con Martina una sera in discoteca.
Ma perché arrivare ad aggredire questi uomini? La risposta la diedero i giudici. "Il tutto si focalizza intorno alla relazione sentimentale venutasi a creare tra Martina Levato e Alexander Boettcher", spiega la sentenza del gennaio 2016, ricostruendo le tappe principali della relazione tra i due. Martina e Alexander si conobbero nel maggio del 2013 e, dopo una breve "frequentazione prettamente sessuale", si separarono. Così Martina iniziò a uscire con altri ragazzi nell'estate del 2013, "momento cruciale dell'intera vicenda, perché alcuni dei soggetti che la Levato frequenterà (...) diventeranno poi obiettivi degli agguati". Infatti nel mese di agosto Martina ebbe un rapporto sessuale con Antonio Margarito, che già conosceva grazie alla cerchia di amici, mentre a settembre incontrò Pietro Barbini. La conoscenza di Giuliano Carparelli invece risale al febbraio 2014. "Sullo sfondo - precisa la sentenza - rimane però sempre il Boettcher, che la donna continua a frequentare".
La situazione cambiò a fine maggio 2014, "con Boettcher che diventa più geloso". Inoltre alla coppia si aggiunse anche Andrea Magnani. Così si viene a definire il trio che metterà in atto le tre aggressioni con l'acido, ognuno con un ruolo ben preciso: Martina gettava materialmente l'acido addosso alle vittime, Alexander forniva supporto se necessario, mentre Magnani si occupava delle fasi preparatorie (telefonate) e di fornire l'auto per la fuga. Tramite il lancio di acido,"la coppia aveva deciso di punire e purificare ogni rapporto della Levato con altri uomini".
In un passaggio dell'ordinanza di custodia cautelare del 2015, il Gip precisò: "Mai si è avvertita una percezione di così intenso pericolo. Questo pericolo è il prodotto del vuoto che pervade l'animo dei tre protagonisti e che li spinge ad agire con uno sprezzo assoluto per i fondamentali valori comuni alla specie umana. Quando per un capriccio amoroso, per un'ossessione di possesso e controllo sull'altrui persona (che poi è un modo per realizzare narcisisticamente se stessi) si è disposti ad infliggere un male enorme, rimanendo indifferenti all'altrui sofferenza e alla enorme sproporzione tra ciò che spinge ad agire e ciò che si provoca, tutto diventa possibile".
La "coppia dell'acido" e l'amico vennero condannati a diverse pene e a risarcire le vittime delle aggressioni, che subirono danni gravissimi.
A parte Carparelli, che riuscì a sfuggire al lancio dell'acido, Stefano Savi riportò importanti lesioni al volto, agli occhi, all'orecchio, al collo, a parte delle mani, al polso e alla coscia, mentre Pietro Barbini subì ustioni di terzo grado al volto (compreso l'occhio destro) e lesioni al torace, alle braccia, alle mani e alla gamba sinistra. Entrambi dovettero subire tantissime operazioni. Vittime innocenti di un folle piano di "purificazione" ordito da una "coppia diabolica".