Noemi ha quasi 10 anni ed era stata rapita a Cesena il 21 settembre 2021, quando ne aveva 7. La madre polacca l'aveva portata nel suo Paese, in una cittadina sud orientale e le sue tracce erano state completamente perse. I giornali locali che si sono occupati del caso da vicino hanno spiegato che, in questi due anni e mezzo abbondanti, la bambina non ha più frequentato la scuola, ricorda pochissimo della lingua italiana e ha vissuto lontana anche dai parenti polacchi. Il papà Filippo Zanella ha raccontato che Noemi si trovava spesso a casa da sola o con degli sconosciuti.L'uomo è un fisioterapista di Cesena e da mesi ormai si era trasferito in Polonia per rintracciare la figlia.
Il ritrovamento è stato possibile grazie a una lettera anonima: uno sconosciuto ha notato che la bambina era disorientata e sembrava essere stata strappata alle proprie radici e ha inviato la localizzazione esatta della piccola. Anche il padre ha utilizzato l'aggettivo "alienata" per descrivere Noemi. Se fosse rimasta in Italia, la bambina oggi starebbe festeggiando la conclusione del quarto anno alla scuola elementare con i suoi compagni. Invece per lei si prospetta un difficile reinserimento nel sistema scolastico e tra gli amici.
Noemi Zanella è stata ritrovata dal papà a Rzeszòw, piccola cittadina polacca al confine con l’Ucraina dove, un anno dopo la scomparsa della piccola, è iniziata la guerra ‘grazie’ all’invasione russa. Il ritrovamento è avvenuto mercoledì 5 giugno, dopo un messaggio anonimo arrivato sul cellulare dell’uomo che in videoconferenza dall’Ungheria, dove si è fermato per una sosta prima di rientrare in Italia, spiega il “miracolo”. “Il ritrovamento di mia figlia non è avvenuto grazie alle forze dell’ordine”, ha precisato Zanella parlando di “una situazione di collusione della polizia polacca, con le spie interne che facevano il doppio gioco”.
Insieme alla Nonna, che nelle ultime settimane ha raggiunto il papà Filippo in Polonia, aveva appurato che la figlia Noemi “usciva di casa per stare in chiesa e ci rimaneva 5-6 ore al giorno, poi tornava a casa. Non aveva una scuola o amici, non ha mai avuto contatti con italiani”. Poi la svolta: Zanella riceve un messaggio di “un misterioso angelo custode, una persona che mi ha inviato una lettera con posta prioritaria in cui era indicata la posizione esatta di mia figlia. Non abbiamo la più pallida idea di chi sia, forse qualche persona all’interno della Caritas o qualche personalità ecclesiastica”.
Ma quando l’investigatore ha riferito al giudice l’indirizzo in cui si trovavano madre e figlia e questo lo ha comunicato alla polizia, le due sono scappate. “Abbiamo dovuto farlo per strada, è stato molto difficile perché la madre era violenta”, racconta Zanella. Una volta riabbracciata la figlia (la madre è scomparsa nuovamente nel nulla), il fisioterapista romagnolo pensa solo a tornare quanto prima a casa.
Adesso, come detto, si trova in Ungheria dove spiega: “Mia figlia sta bene, è serena, si trova in un’altra stanza con la nonna, stanno giocando e guardando i cartoni animati. Purtroppo lei non riesce più a parlare agevolmente l’italiano, ma in questi sei mesi mi sono messo a studiare il polacco”. Anche perché dalle autorità locali non ha ricevuto supporto: “Mia figlia non era nemmeno stata inserita nel registro delle persone scomparse”. Così come “dalla politica, sia italiana che polacca, non abbiamo avuto nessun appoggio, solo chiacchiere“.
Negli anni scorsi Zanella era arrivato a parlare di un vero e proprio “rapimento” da parte dell’ex compagna con il tribunale dei minori dell’Aja che si era pronunciato due volte ribadendo la medesima cosa: ovvero il rientro in Italia della bambina.
Nonostante le parole di Zanella, prova a metterci la ‘bandierina’ Rosaria Tassinari, deputata e coordinatrice regionale di Forza Italia per l’Emilia-Romagna secondo cui “l’operazione è stata resa possibile dal lavoro congiunto dell’Unità per la Tutela degli italiani all’estero della Farnesina e della nostra Ambasciata a Varsavia, in stretto coordinamento con le altre Autorità competenti. Sin dall’inizio della vicenda, la nostra Rappresentanza si è attivata per prestare assistenza al Sig. Zanella, mantenendo stretti contatti con i suoi legali e sensibilizzando le Autorità locali sull’importanza di ritrovare la bambina. Il caso era inoltre stato più volte affrontato dalla Task Force Minori contesi, gruppo di lavoro interministeriale presieduto dalla Farnesina con la partecipazione di funzionari del Ministero dell’Interno e del Ministero di Giustizia. E’ una bellissima notizia oltre che per la famiglia Zanella anche per tutta la Romagna”.
A prescindere dalle versioni discordati di Zanella e Tassinari, lascia quanto meno perplessi il tentativo di associare ad un partito l’attività ordinaria di un ministro degli Esteri.