Screenshot 2024 10 30 at 11 57 04 il delitto della cattolica Cerca con GoogleSimonetta è una ragazza introversa, seria, quasi rigida, molto discreta. Non ha un ragazzo né è molto corteggiata, ha standard molto alti o almeno così dicono gli amici. Bella, studiosa e ben educata. È nata il 2 aprile del 1945 in una famiglia cattolica e benestante, ha uno zio monsignore che è un grande riferimento per la ragazza che è molto religiosa. Dopo il liceo classico ha studiato Scienze politiche proprio lì alla Cattolica, è piena di ambizioni. Studia anche danza, gioca a tennis, è volontaria per la Croce Rossa, è iscritta a Comunione e Liberazione e la contestazione di quegli anni non l’ha neanche sfiorata. Ha subito trovato lavoro alla Montedison, nell’Ufficio personale. Ama il suo lavoro. Quello è il suo primo giorno di ferie, in cui si prepara per partire insieme ai genitori per la Corsica. Prepara la valigia ed esce di casa, passa in profumeria, compra un dizionario e passa dal tappezziere.

Nessuno sa che deve andare in università, si è laureata già due anni prima, nel ’69. Prende il tram numero 15 da via Osoppo dove vive coi suoi e arriva in Corso Vercelli, prosegue a piedi. La prima sosta è in libreria, poi arriva in Corso Magenta. Gira in un vicoletto e raggiunge la Galleria Borella, si ferma in profumeria dove acquista dei flaconi di balsamo. Perché entra alla Cattolica? Forse deve andare in bagno o ha un appuntamento con qualcuno? È stata uccisa 35 ore prima del suo ritrovamento e dall’autopsia risulta che la sua vescica è vuota al momento della morte. La salma viene identificata da due lontani parenti, perché il padre della ragazza è colpito da due infarti e la madre ha un collasso quando gli danno la tragica notizia.