Nessuna delle amiche che l’accompagna si accorge di nulla, in questo «multiforme dramma umano», parole dei magistrati, dovuto all’incapacità di vedere, e in cui manca un movente. E dire che a Traversetolo tutti sanno tutto di tutti, anche grazie a due pagine Facebook a disposizione della comunità. Su una delle quali (dove non è ammesso parlare di questa tragedia, oltre 2.500 iscritti) il sindaco interviene a ogni ora, si tratti di raccogliere la segnalazione di un albero caduto o di sventare un tentativo di furto. Ma accorgersi del dramma di questa ventenne, che per 18 mesi non mangia sperando che le gravidanze non si notino, e non confida a nessuno le sue ansie e paure, quello no. È solo al suo cellulare che le rivela, con le sue ricerche continue su Google, da «come indurre il parto» a «come soffrire meno», fino a «dopo quanto puzza un cadavere». Ed è sempre il telefono che raccoglie un video finito qualche anno fa sui social, e ora all’esame degli investigatori, in cui Chiara scherzando con un’amica, chiede: «Chi verrà arrestata per prima? E chi resterà per prima incinta?».

AGGIORNAMENTO DEL 16/01/2025

Si è presentato al municipio di Traversetolo per dare un’identità ai due figli, avuti con l’ex fidanzata Chiara Petrolini, trovati sepolti nel cortile della villetta di Traversetolo di Vignale. Samuel, 21 anni, ha chiamato i suoi bambini Angelo Federico e Domenico Matteo: in poche ore, ha dovuto firmare sia gli atti di nascita che quelli di morte di quei piccoli mai conosciuti in vita, ma che ora hanno un nome.

Domenico Matteo è il nome scelto per il fratello maggiore, il cui corpo è stato ritrovato il 7 settembre scorso, sepolto nel cortile della villetta di Vignale. Le analisi forensi hanno permesso di stabilire che il piccolo, il primo bambino, era nato il 12 maggio 2023. Chiara Petrolini, madre dei due bambini e principale indagata per duplice omicidio e occultamento di cadavere, ha dichiarato durante gli interrogatori che Domenico Matteo era morto prima di essere sepolto.

La scoperta di Domenico Matteo è avvenuta circa un mese dopo il ritrovamento del corpo del suo fratello minore, Angelo Federico. Il 9 agosto, a pochi metri dal luogo in cui Domenico Matteo sarebbe stato sepolto, è stato rinvenuto il corpo di Angelo Federico, nato appena due giorni prima. Gli esami autoptici hanno rivelato che il piccolo era vivo alla nascita, avvenuta in circostanze drammatiche: partorito da Chiara Petrolini nella taverna domestica, senza alcuna assistenza, mentre si trovava sola in casa.

Le modalità della sua morte e la successiva sepoltura hanno sollevato gravi accuse nei confronti della madre, la cui posizione è ulteriormente aggravata dalla presenza di elementi che suggeriscono un atto deliberato di occultamento. Le indagini continuano a fare luce su quanto accaduto nella villetta di Vignale. Gli investigatori stanno cercando di ricostruire il quadro completo delle responsabilità, a partire dalle testimonianze e dagli accertamenti scientifici.

Intanto, Chiara Petrolini ha fatto ritorno nella villetta di famiglia, dissequestrata lo scorso dicembre. Finora, con i genitori, aveva vissuto in un appartamento di Parma. Attualmente agli arresti domiciliari, la giovane attende la decisione della Corte di Cassazione, che dovrà stabilire se confermare o revocare la custodia cautelare in carcere disposta dal Tribunale del Riesame di Bologna. Il 20 settembre, il Gip del tribunale di Parma ha disposto per lei gli arresti domiciliari, ritenendo che questa misura fosse sufficiente per evitare il rischio di reiterazione del reato. Tuttavia, la Procura ha presentato appello, sostenendo che la gravità del caso richiedesse la custodia cautelare in carcere. Il 17 ottobre, il Tribunale del Riesame di Bologna ha accolto l’istanza della Procura, stabilendo che Chiara fosse trasferita in carcere, e motivando la decisione con il rischio di recidiva e l’inadeguatezza dei domiciliari a casa con i genitori. In risposta, l’avvocato difensore Nicola Tria ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che il carcere non fosse la misura adeguata per la giovane.

Fino alla decisione definitiva della Suprema Corte, l’esecuzione della misura in carcere è sospesa.