Il ragionier Andrea Pizzocolo era agli occhi di tutti un irreprensibile impiegato e padre di famiglia. «Un pezzo di pane» lo definivano i colleghi di lavoro. Solo che, spento il computer e messa da parte la partita doppia dell'azienda del Milanese per cui lavorava, il ragionier Pizzocolo cominciava la sua seconda vita. Ingaggiava prostitute sul web, dava loro appuntamento in motel della zona dove le torturava e le costringeva a giochi erotici estremi. In più filmava gli incontri grazie a microtelecamere che piazzava nella stanza. La polizia gli troverà in casa un'intera cineteca degli orrori catalogata con meticolosa precisione. Uno di questi video riprende le sevizie e la morte toccata a una giovane romena, Lavinia Ailoaiei. Con cui Pizzocolo ebbe un rapporto con lei già cadavere.
Questa storia inizia il 7 settembre 2013, quando nelle campagne lodigiane viene trovato il cadavere di Lavinia Simona Ailoaiei, prostituta rumena che si vende per 500 euro a incontro su internet col nick Dora, 18 anni. Ha un asciugamano sul volto e fascette autobloccanti sul collo. È stata strangolata. Dall’asciugamano in poche ore gli inquirenti risalgono ad un motel della zona. E da lì al cliente, che si presenta in numerosi motel della Lombardia con il nome falso di Francesco Giorgio Galparoli. Ma la ragazza non è morta a Lodi. Il delitto è avvenuto molto più in là, in un motel vicino a Busto Arsizio. L’ha uccisa un ragioniere di Arese, hinterland nord ovest di Milano.