Screenshot 2024 10 30 at 10 23 38 Andrea Pizzocolo Cerca con GoogleA Telelombardia la ragazza racconta ancora: «Ogni tanto scendeva dall’auto, apriva il bagagliaio e mi picchiava. Solo verso le 3 del mattino mi ha fatto cadere dall’automobile, io sono rotolata, ho strisciato sulla strada, poi un ragazzo mi ha vista e mi ha aiutata». A riscontro del racconto di Gabriela, rammenta l’avvocato Farina, ci sarebbe il numero di telefono fornito che corrisponderebbe a quello del ragioniere di Arese. E chi è allora Andrea Pizzocolo?

A San Vittore divide la cella con un detenuto per reati sessuali. E lo chiamano “dead man”, uomo morto, dando a intendere la famigerata vendetta verso gli stupratori. Tanto, racconta il suo legale, che è stato pesantemente minacciato da due rumeni. Ma fino a ieri Pizzocolo era semplicemente, per gli amici, “Pizzo”. Una figlia di cinque anni avuta da una compagna brasiliana, per cui era uomo e padre premuroso. E che non lo ha abbandonato. Va a trovarlo in prigione, lei. E la madre del ragioniere. Gli ex compagni della scuola superiore, l’istituto Mattei, sono stupefatti. Uno, che oggi fa l’avvocato, lo ricorda con un aggettivo dannatamente dissonante: «Adorabile». Un altro, impiegato in banca, come un «bonaccione». Un ragazzo come tanti. Socievole, amante della musica  - l’heavy metal -, subito pronto a darsi da fare dopo il diploma distribuendo porta a porta i cataloghi di un mobilificio. Nessuno che rammenti un solo segnale di violenza.