È la fine di gennaio 2016 quando la Procura di Ivrea apre un’inchiesta per omicidio, a carico di ignoti, in seguito alla scomparsa di Gloria Rosboch, insegnante di 49 anni residente a Castellamonte, piccolo comune del Canavese, distante una cinquantina di chilometri da Torino. La donna, che vive in casa con gli anziani genitori, è stata vista per l’ultima volta il 13 gennaio, da allora nessuna notizia. Le forze dell’ordine, con l’ausilio delle unità cinofile, cominciano a battere il territorio, compresi i corsi d’acqua, senza però rinvenire nessuna traccia. Intanto affiora un particolare importante: nel settembre 2015 l’insegnante aveva presentato una denuncia per truffa nei confronti di un ex studente oggi 22enne, Gabriele Defilippi. Il giovane, promettendole un futuro insieme in Costa Azzurra, si era fatto consegnare 187 mila euro, i risparmi di una vita della famiglia Rosboch.
l 16 febbraio Gabriele è convocato al comando provinciale dei carabinieri a Torino. Insieme a lui c’è la madre, Caterina Abbattista, infermiera all’ospedale di Ivrea. Passano tre giorni e giunge la notizia del rinvenimento del cadavere di Gloria Rosboch. Si trova in un pozzo di una discarica abbandonata, a pochi chilometri dall’abitazione dell’insegnante. I carabinieri fermano subito Gabriele Defilippi. Qualche ora dopo si scopre che dietro il ritrovamento del corpo c’è la confessione di un uomo che, insieme a Gabriele, sarebbe coinvolto nel delitto. Si chiama Roberto Obert, ha 53 anni ed un amico di famiglia. L’uomo, che dice ai carabinieri di essere l’amante di Gabriele, conosce la vicenda della truffa e proprio la denuncia della donna, secondo la sua versione, avrebbe scatenato la furia omicida del ragazzo.