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«La ricostruzione dei fatti fornita da Defilippi e Obert è stata di una freddezza impressionante, nei due la mancanza di umanità è sconvolgente». Queste le parole del procuratore capo di Ivrea, Giuseppe Ferrando, che ha seguito la vicenda fin dall’inizio. Il 20 febbraio il medico legale, Roberto Testi, esegue l’autopsia sul cadavere di Gloria Rosboch. L’esame conferma che la donna è morta per strangolamento. Tre giorni dopo Gabriele decide di parlare. Agli inquirenti racconta alcuni particolari agghiaccianti: Gloria sarebbe stata spogliata dei suoi indumenti e gettata nella cisterna ancora viva. Una versione che, però, non coincide con l’esame autoptico, secondo cui l’insegnante sarebbe morta strangolata e solo dopo gettata nel pozzo.