Nonostante la segnalazione di una possibile presenza straniera, un dettaglio portò i sospetti degli inquirenti a concentrarsi intorno all’ultima persona che aveva visto La Rosa prima della scomparsa: Raffaele Rullo. Il suo nome, infatti, compariva nella lista trovata dai carabinieri in casa del calciatore. A fianco al nome di Raffaele Rullo erano segnati 30mila euro. Ma l’uomo non aveva mai accennato a quel debito. A quel punto i carabinieri iniziarono a monitorare Rullo con delle intercettazioni ambientali. Rullo, sposato con due figli, conduceva una vita che sembrava al di sopra delle sue possibilità economiche. A renderla possibile sarebbero state le truffe che l’uomo metteva in atto ai danni delle assicurazioni automobilistiche.
Anche le dichiarazioni della madre di Rullo, relative all’ultimo avvistamento di La Rosa, lasciarono dubbiosi gli inquirenti. Antonietta Biancaniello disse di aver visto il calciatore salire su una macchina con targa straniera, ma questa affermazione non ebbe alcun riscontro. "Quasi tutte le strade in allontanamento da via Cogne erano monitorate da telecamere - spiegò il maresciallo Afeltra nel documentario - e nessuna ha catturato il passaggio di un’auto riconducibile a quella descritta dalla Biancaniello". Questo portò i carabinieri a concludere che quella macchina non fosse mai esistita.
Ad alimentare i sospetti verso madre e figlio intervennero anche le analisi effettuate sul traffico telefonico del cellulare di La Rosa. Dopo l’ultimo messaggio inviato alla fidanzata alle 22.10, in cui l'atleta le rivelava la sua posizione in via Cogne, il cellulare dell’uomo perse la connessione. Qualche ora dopo, all’1.35, il segnale si riattivò per qualche istante e mostrò la sua presenza nella stessa zona in cui sembravano attivi anche Rullo e la madre. Poi, pochi minuti dopo, una videocamera riprese l’auto di Rullo in uscita da via Cogne. Così Antonietta Biancaniello e Raffaele Rullo divennero i sospettati numero uno per la scomparsa di Andrea La Rosa.