Nel Febbraio 1997 inizia il processo. Durante il procedimento Mario cambia più volte versione dei fatti, si accusa e si discolpa in continuazione. Emergono anche alcuni agghiaccianti particolari risalenti alla sua infanzia. Da piccolo abitava insieme al padre e alla sorella. Elvino era solito abusare sessualmente di loro e mise anche incinta la figlia, che all’epoca aveva soltanto 12 anni. Mario era stato utilizzato in passato dal padre anche come merce da baratto, affidato ad alcuni suoi amici in cambio di soldi o oggetti di valore. Costringeva entrambi i figli a mangiare dei topi che lui stesso cucinava appositamente. Un passato che aveva lasciato dei segni indelebili. La perizia psichiatrica nei confronti di Mario riscontra dei disturbi psicologici importanti. Emergono anche alcuni testimoni, uno di essi dichiara di essere stato stuprato da Elvino Gargiulo all’età di 9 anni.
Alla fine del dibattimento entrambi gli imputati vengono condannati per gli omicidi di Luigina Giumento e Valentina Paladini. 24 anni di reclusione a Elvino e 16 anni a Mario. Viene avviato anche il procedimento relativo alla sparizione di Luca Amorese. Elvino è l’imputato. Per prima cosa emerge un memoriale scritto dal figlio Mario in cui riporta una frase che il padre gli ha riferito “dove sta Luca Amorese nessuno lo troverà”. Un’amica che conosceva Elvino testimonia di essere stata invitata dall’uomo a scrivere l’indirizzo di casa Amorese sulla busta di una lettera. Successivamente viene alla luce un intercettazione ambientale di Elvino dove l’anziano, riferendosi a Luca, afferma: “mi ha rubato a casa, mi ha rubato a casa e io l’ho mandato in pace.”