Milena Quaglini nasce il 25 marzo del 1957 a Mezzanino, nella pianura dell’Oltrepò pavese, alla destra del Po. Il padre è un alcolista dedito alla violenza nei confronti della moglie e delle due figlie. Un uomo prepotente, geloso e ossessivo. Le violenze rivestiranno un ruolo fondamentale nella formazione della personalità di Quaglini, fino alla detonazione nell’età adulta. La madre invece è una casalinga che non riesce ad affrancarsi dalla ferocia del marito.
Diplomatasi in ragioneria a Pavia, a 19 anni Quaglini decide di scappare di casa e inizialmente si guadagna da vivere come cassiera, badante e donna delle pulizie, spostandosi prima a Como e poi a Lodi. Una fuga dettata dalla necessità di libertà – le violenze del padre non erano più sopportabili – ma anche dall’amore. Milena Quaglini infatti conosce un uomo che ha quindici anni più di lei, lo sposa e dal loro amore nasce un figlio. Tutto procede a gonfie vele, ma purtroppo l’uomo si ammala e muore in maniera improvvisa.
Dopo la morte del marito, Milena Quaglini decide di tornare a Pavia. Va ad abitare a Travacò e inizia a partecipare attivamente alla politica, fondando l’associazione “Donne padane della Lega”. Passa qualche mese e conosce un altro uomo, Mario Fogli. Dopo un'assidua frequentazione, i due decidono di fare sul serio e convolano a nozze. Dopo il sì in municipio però qualcosa si rompe. La vita di coppia cambia radicalmente, Fogli la obbliga a lasciare il lavoro per timore di tradimenti e la quotidianità è sempre più monotona.
Nonostante ciò, Milena Quaglini e il marito diventano genitori di due figli, uno dietro l’altro. Ma le difficoltà economiche sono incombenti – l’uomo lavora saltuariamente – tanto che un giorno arriva a casa l’ufficiale giudiziario per effettuare un pignoramento. La donna non sapeva di una sentenza di fallimento e scoppia l’ennesimo violento litigio. A gettare benzina sul fuoco inoltre è il rapporto tutt’altro che roseo tra Fogli e il primo figlio di Milena, nato dal primo matrimonio. Stufa ed esausta, la donna dice basta: sì alla separazione e via, alla volta del Veneto.