Nella clinica scelta per disintossicarsi Milena Quaglini incontra un uomo che si offre di ospitarla nella sua casa di Bressana per gli arresti domiciliari. Dopo qualche giorno però scappa, convinta che anche lui voglia abusare di lei, e risponde a un annuncio su una rivista per un posto di domestica in una casa di Bascapè. La Quaglini incontra così Angelo Porrello, tornitore di 53 anni appena abbandonato dalla moglie e dalle tre figlie. Un uomo con parecchi scheletri nell’armadio – a partire dalla condanna a sei anni di reclusione per violenza sessuale su minori.
Il 6 ottobre Milena Quaglini firma il suo terzo omicidio. Dopo due giorni di convivenza, Porrello prima la assale fisicamente e poi la violenta. L’uomo prova un altro approccio sessuale, ma la Quaglini riesce a fermarlo e ad allontanarsi con la scusa di fare un caffè. Ma nella tazzina del 53enne scioglie dieci pasticche di sonnifero Halcion e alcune pasticche di un antidepressivo. L’uomo se ne accorge quando ormai è troppo tardi: il mix è già entrato in circolo. Milena Quaglini prova a nascondere il cadavere in un letamaio poco distante dall’abitazione a cancellare le tracce. Il corpo verrà rintracciato dopo venti giorni ma nessuno pensa subito alla vedova nera del Pavese.
Milena Quaglini torna dunque a casa dell'uomo che si era offerto di ospitarla per i domiciliari, ma deve fare i conti con un imprevisto. Dopo essere stata pizzicata fuori casa di notte due giorni prima, il 7 ottobre rimane fuori casa senza chiavi e verso mezzanotte contatta i vigili del fuoco. Insieme ai pompieri arrivano i carabinieri, che optano per la revoca definitiva degli arresti domiciliari. La donna torna dunque nel carcere femminile di Vigevano. Nel frattempo viene trovato il corpo di Porrello e le indagini portano a galla la verità: l'uomo conosceva molto bene Milena Quaglini. Dopo aver negato ogni responsabilità, la vedova nera del Pavese confessa.