Dopo i contatti, tutti a vuoto, di novembre 1988 e marzo-aprile 1989 (quando viene inviata una terza prova in vita, ma inutilmente poiché per i Casella scatta il blocco dei conti correnti), all'inizio di giugno 1989 ne arriva uno telefonico: Luigi Casella dichiara di avere solo mezzo miliardo di lire e non i due richiesti; il bandito dall'altro capo del filo gli dà del bastardo e pretende, stavolta, cinque miliardi. È ciò che indurrà la madre di Cesare, Angela, a manifestare pubblicamente e in maniera clamorosa la sua disperazione e a raggiungere una prima volta la Calabria nel novembre 1988, accompagnata da una cronista del quotidiano La Provincia pavese: incontrerà alcuni parroci della Locride a cui chiederà di lanciare appelli dal pulpito per la liberazione di suo figlio Cesare. Il 10 giugno 1989, la signora lascia ancora Pavia alla volta della Locride (zona del Reggino delimitata dall'importante Screenshot 2024 11 04 at 15 37 07 casella srl cesare casella Cerca con Googlepaese di Locri e dalle cittadine interne: Platì, Ciminà e San Luca, quest'ultima doppiamente famosa per la provenienza di molti malviventi e, in positivo, del giornalista e poeta Corrado Alvaro). Subito, giornali e televisioni danno risalto al fatto. Angela gira le piazze dei vari centri, raccoglie firme di solidarietà e, per dare un'idea della probabile condizione del figlio, arriva perfino a incatenarsi (“Mio figlio è così da 17 mesi”) e a dormire in una tenda.

La sua determinazione, per la quale i mass-media la soprannominano “Mamma Coraggio” (e di lei parlerà anche il settimanale americano TIME in un articolo chiamato Searching in the Wild West), suscita ammirazione, commozione, ma anche preoccupazione per la sfida aperta al muro di omertà e all'autorità che la malavita esercita in quei luoghi. A livello istituzionale e politico, si decide di incrementare il numero di militari in Aspromonte rendendo più capillari le ricerche dei sequestrati e dei latitanti, ma si chiede anche alla signora di lasciare la Locride per non "intralciare": Angela dapprima va a Fuscaldo (provincia di Cosenza), poi fa ritorno a Pavia. Il 27 giugno i rapitori inviano una lettera in cui dichiarano che la liberazione incondizionata di Cesare dopo la “sfida” di sua madre è impossibile per una questione di principio: significherebbe la loro sconfitta e attenuerebbe la paura alle famiglie dei sequestrati. Tuttavia la banda riduce ragionevolmente l'importo del riscatto: da cinque a un miliardo e mezzo di lire. Angela Casella è morta di malattia il 10 dicembre 2011.