Screenshot 2024 11 08 at 21 36 42 extr valentini russo.pdfMarta ha 22 anni e studia “legge”. Vuol fare l’avvocato, forse il magistrato. È anche tiratrice di scherma e allenandosi con rigore diventa una promessa nel fioretto. Si alza presto Marta, alle sette e un quarto è già fuori di casa con il blocco di appunti nella borsa per andare a seguire le lezioni. Sua madre Aureliana è in pensione da poco e Tiziana, la sorella più grande, studia Architettura ma ormai è vicina alla laurea. “Questa figlia con gli esami è un carro armato”, dice spesso suo padre Donato alla moglie. Quel giorno ha due lezioni da seguire, poi tornerà a casa. La prima di Diritto Costituzionale, che inizia presto, poi a mezzogiorno quella di Storia Economica, ad “Economia e Commercio”, dieci minuti a piedi da Giurisprudenza. La sua collega Jolanda Ricci la sta aspettando sotto la fontana della Minerva, statua simbolo della loro Università. La lezione di diritto finisce alle 11. Jolanda e Marta hanno un’ora per arrivare in via del Castro Laurenziano, a 600 metri da lì. Escono sul viale interno. Hanno due strade possibili per andare ad Economia e Commercio: la prima, alla loro destra, aggira l’edificio in marmo bianco della loro facoltà. L’altra, che stanno per prendere conduce lungo una specie di tunnel, sul vialetto che delimita gli edifici di Statistica e di Giurisprudenza.

Camminano, verso la loro sinistra si sente un colpo, come un tonfo. Hanno sparato. Jolanda è chinata su Marta, le tiene una mano sotto al capo mentre i suoi capelli biondi si tingono di rosso. Un loro amico, Andrea, chiama i soccorsi. Marta Russo alle 12 e un minuto entra in codice rosso nel Pronto Soccorso del Policlinico Umberto I in condizioni disperate. Nessuno comprende che è stata colpita da un proiettile prima della Tac. È piccolo e nascosto, appena dietro l’orecchio sinistro. Si è frammentato in undici parti, causando danni irreversibili. Intanto, arriva una telefonata in Procura al Pm Carlo Lasperanza: “Alla Sapienza c’è stata una lite tra fidanzati, gli dicono”. L’ateneo è presidiato, tutte le uscite sono bloccate. No, non è una lite tra ragazzi. Si setacciano i cestini, la zona dello sparo è presidiata. Lasperanza comprende subito che non era Marta l’obiettivo, chi avrebbe dovuto avercela con lei al punto da ferirla a morte con un’arma da fuoco? Era solo una delle migliaia di studentesse de La Sapienza.

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