Screenshot 2024 11 05 at 14 34 16 valerio verbano Cerca con GoogleIl giorno stesso dell’omicidio, alle 20, arriva la prima rivendicazione, siglata da una sedicente formazione di sinistra, il “Gruppo Proletario Organizzato Armato”, che afferma di aver voluto colpire una spia, un delatore, un servo della polizia: nel comunicato, l’omicidio viene definito come frutto di un errore, rispetto all’intenzione iniziale di punirlo con la gambizzazione.

Un’ora dopo, intorno alle 21, arriva una seconda rivendicazione a firma dei NAR (Nuclei Armati Rivoluzionari): “Abbiamo giustiziato Valerio Verbano mandante dell’omicidio Cecchetti. Il colpo che l’ha ucciso è un calibro 38. Abbiamo lasciato nell’appartamento una calibro 7.65. La polizia l’ha nascosta”. E sempre a firma NAR (comandi Thor, Balder e Tir), verso le ore 12.00 del giorno dopo, viene recapitata una seconda rivendicazione in cui, pur non parlando esplicitamente dell’omicidio Verbano, si fa riferimento, in modo allusivo, al “martello di Thor che ha colpito a Montesacro”.

Dieci giorni dopo, compare a Padova un ulteriore volantino ancora a firma NAR, che smentisce categoricamente il coinvolgimento del gruppo terroristico nel delitto Verbano. Gli inquirenti, che esclusero la veridicità di quest’ultimo volantino, confermarono come rivendicazione più probabile la prima, telefonica, fatta dai NAR. Nel momento dell’arrivo di quella telefonata, infatti, il riferimento al calibro 38 della pistola usata per l’assassinio, effettivamente utilizzata per l’agguato, non era stata ancora confermata nel bollettino ufficiale dell’autopsia, redatto dal medico legale.

Per questo motivo, le indagini privilegiarono la pista del “terrorismo nero”.