Beniamino Zuncheddu è stato assolto nella serata di ieri (26 gennaio) dopo aver trascorso 33 anni in carcere con l’accusa di omicidio. Secondo la condanna in via definitiva ricevuta nel ’91, infatti, l’uomo aveva ucciso 3 persone sue rivali nella strage di Sinnai. Più di 30 anni dopo la condanna, Zuncheddu è stato assolto per l’errore giudiziario.
Dopo 33 anni, Beniamino Zuncheddu può lasciare il carcere nel quale è stato rinchiuso fino al 26 gennaio 2024. L'uomo, oggi 60enne, è diventato un detenuto all'età di 27 anni con l'accusa di omicidio. Nella giornata di ieri il pastore di origini sarde è stato assolto nel processo di revisione per la sentenza definitiva all'ergastolo relativa alla strage di Sinnai, in provincia di Cagliari. L'uomo era stato incarcerato per l'omicidio di Gesuino Fadda, 56 anni; il figlio Giuseppe, di 24 anni e il dipendente dell'ovile nel quale i due lavoravano, Ignazio Pusceddu, 55 anni.
Come sempre di poche parole, Zuncheddu non ha voluto commentare in prima persona quest’ultimo atto della sua odissea giudiziaria, lasciandosi andare solo a un commento molto amaro: «Mi è stata rubata la vita. Ora nessuno può mettere in dubbio che abbia il diritto di essere risarcito. Che lo Stato, nel frattempo, mi dia almeno mille euro al mese». A marzo il Tribunale di sorveglianza un indennizzo lo ha già riconosciuto all’ex servo pastore: 30mila euro, ma solo per la sua «trentennale permanenza nelle carceri di Buoncammino e di Badu ‘e Carros, entrambe in Sardegna, in condizioni ritenute inumane per il sovraffollamento e all’interno di celle intorno ai due metri quadri, con il bagno non separato da porte. senza acqua calda, con compagni di cella che dormivano sui materassi ammassarti sul pavimento».