Trento, febbraio 1983. Il sacerdote Armando Bison muore trafitto da un punteruolo da scalpellino conficcato nel cranio, sopra il quale è stato saldato un crocifisso di legno. Era membro dei serviti, un ordine religioso poco noto fondato nel 1926, che si occupa del recupero degli ecclesiastici che hanno perso la fede.
Successe a cavallo della mezzanotte del 26 febbraio 1983, in via Giardini a Trento. In questo modo Marco Furlan e Wolfgang Abel, (nella foto) gli allora giovani veronesi che avevano creato “Ludwig”, ferirono gravemente don Armando Bison, 71 anni, residente nel convento dei padri Venturini.
Il sacerdote dopo una decina di giorni di agonia morì l’8 marzo. Così Ludwig è entrato nella storia nera di Trento. Va ricordato anche che Trento contò una seconda vittima di Ludwig, un professionista che morì nel maggio 1983 nel rogo di un cinema milanese appiccato da Furlan e Abel.
Ora i due assassini sono uomini liberi, hanno scontato la loro pena ed hanno diritto ad entrare un po’ alla volta nell’oblio. Nessun oblio però deve essere consentito al loro fanatismo ed alla loro ideologia nazista. L’omicidio di padre Bison, uno dei 28 da loro perpetrati con il corollario di 39 feriti, non fu casuale, ma ben preparato.