L’Interpol li bracca, Furlan e Abel rientrano in Italia, ormai il cerchio intorno a loro si sta stringendo eppure riescono a colpire ancora, per l’ultima volta: il 4 marzo 1984 i due si intrufolano in una festa di carnevale in una discoteca del mantovano, a Castiglione delle Stiviere, e versano benzina sulla moquette sintetica ma l’incendio non si propaga e gli addetti alla sicurezza spengono le fiamme con gli estintori, prima di catturare i due criminali che per un soffio vengono salvati dal linciaggio dei giovani presenti nel locale. Scattano le manette, dopo 7 anni e una scia di 28 morti e 39 feriti la mattanza di Ludwig termina.
Furlan e Abel verranno condannati a 30 anni di carcere ciascuno, evitando così l’ergastolo solo perché viene loro riconosciuta la semi infermità mentale. Particolare inquietante: durante il processo alcuni elementi fecero pensare che il nome Ludwig nascondesse, in realtà, una banda più numerosa perché per l’esecuzione di alcuni delitti sarebbero stati necessari dei complici.
Nel 1988, in attesa del processo d’appello, scaduti i termini per decorrenza dei tempi di carcerazione, i due serial killer vennero scarcerati e mandati in soggiorno obbligato in paesini di provincia, con l’obbligo di firmare tre volte al giorno il registro alla caserma dei carabinieri. Abel e Furlan ne approfittano per tagliare la corda. Il primo venne catturato dai carabinieri dopo pochi chilometri, il secondo fu arrestato solo nel 1995, nell’isola greca di Creta dopo anni di latitanza. Pur di non tornare in prigione tentò la via del suicidio impiccandosi, ma la cosa non riuscì. Nel frattempo, in appello la sua condanna e quella di Abel erano state ridotte a 27 anni. Entrambi finirono di scontare la pena anticipatamente: Wolfgang Abel nel 2007 e Marco Furlan nel 2009. Abel vive oggi in una casa ad Arbizzano, sulle colline veronesi, mentre Furlan pare sia all’estero.
Il numero delle azioni omicide di Ludwig si concluse così con 28 morti e 39 feriti.
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