L’8 novembre 2003, diciotto anni dopo l’ultimo duplice delitto delle coppiette, Firenze piomba nell’incubo di un nuovo Mostro. Stavolta l’ambientazione non è un parcheggio di periferia, tantomeno un campo. Il panico scoppia nel centro storico quando si scopre che una funzionaria di banca, Rossana D’Aniello, è stata sgozzata all’interno del suo appartamento in un sabato come tanti. L’assassino è entrato poi in casa, lasciando in giro impronte calcate nel sangue. Apparentemente non ha rubato nulla. Apparentemente. Perché in effetti mancano degli abiti del marito della donna, il farmacista Paolo Botteri: un giaccone, in particolare. Chi ha ucciso si è cambiato i propri vestiti con i suoi prima di andarsene. In modo che nessuno sospettasse nulla. Si pensa subito ad un uomo, anche per la forza impressa nello sferrare il colpo. Ma chi? È una storia che appare subito priva di senso. Senza movente, senza testimoni e, ci si accorge presto, senza tracce: la polizia isola infatti il dna dell’aggressore, ma in banca dati non appre nulla. Si tratta di un incensurato.
Il caso Daniela Cecchin
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