Come temuto, Roberto Succo non resta nel manicomio criminale per dieci anni. Tormentato e inquieto, il giovane veneziano condivide lettere inquietanti con don Domenico Franco, nelle quali racconta i suoi sogni criminali. A Reggio Emilia conosce un altro serial killer, Wolfgang Abel, che insieme al compare Marco Furlan aveva ammazzato quindici persone in sei anni. Un legame che potrebbe aver rinfocolato il suo desiderio di sangue. In realtà però Roberto Succo si comporta bene. Finisce il liceo e si iscrive all’università, per la precisione alla facoltà di Scienze naturali. In questo modo ottiene licenze di studio fuori dall’ospedale per frequentare corsi più impegnativi. Durante una di queste licenze, nel 1986, il giovane decide di scappare: ha 25 anni e vuole ricominciare. Ma non in Italia, all’estero. In Francia, a Parigi.
Roberto Succo, il mostro di Mestre - La fuga
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