Il fatto si era svolto la sera precedente, con buona approssimazione un’ora dopo la cena. Le vittime infatti giacevano in pozze di sangue, materia cerebrale e tracce di vomito, segno di un’iniziata digestione. Il portiere dello stabile dichiarò che quella sera aveva chiuso il cancello alle ore 21 in punto (come previsto dal sindacato dei portieri), ma che tuttavia la serratura mancava da alcuni giorni per riparazioni. Chiunque poteva, in poche parole, entrare nel cortile indisturbato.
Il verbale del primo sopralluogo della Polizia descrive un piccolo appartamento: “con sala da pranzo di circa 3 metri x 3 e mezzo, con divano con due cuscini e una penna stilografica appoggiata; letto matrimoniale in stato di non uso per la notte precedente; al muro immagine di Santa Rosalia, e statuetta della Madonna con lampadina”.
Il contesto dell’efferato omicidio era quello di una famiglia certamente non ricca, che si guadagnava da vivere con un’attività commerciale sempre sull’orlo della crisi.
Gli inquirenti avevano in mano pochi elementi, ma di una cosa erano certi: l’assassino era un conoscente della vittima, dato che questa gli aveva aperto e gli aveva pure offerto un liquore. Anzi, gli assassini dovevano essere due, visto che i bicchierini sporchi erano tre. L’efferatezza del delitto convinse il magistrato che non poteva trattarsi di una semplice rapina: innanzitutto perchè nel quartiere tutti conoscevano i Ricciardi che certo non apparivano dei signori, ma soprattutto perchè qualunque rapinatore, anche se sorpreso durante la sua incursione, avrebbe quantomeno risparmiato il più piccolo dei figli, che mai avrebbe potuto testimoniare data la tenera età. L’uccisione di tutti e quattro gli occupanti dell’appartamento doveva essere una punizione, una vendetta contro il Ricciardi.
Un fatto importantissimo fu però giudicato questo: la donna, prima di essere ammazzata, aveva strenuamente lottato contro chi le voleva togliere la vita, e stretta nel pugno chiuso, irrigiditosi dopo la morte, fu trovata una ciocca di capelli lunghi, neri, sicuramente femminili.