Screenshot 2024 10 22 at 11 42 13 anna maria bracci Cerca con GoogleIl fascismo è caduto, ma la ricostruzione del Paese dalle macerie della guerra è ancora lontana dall’essere compiuta. Roma è la capitale di un’Italia che stenta a riprendersi: fame, povertà. disoccupazione sono condizioni in cui vivono migliaia di persone, ma la mancanza di case è il problema più assillante per le tante famiglie che hanno avuto la loro abitazione distrutta dalle bombe. Gli anni dal 1930 al 1938 furono gli anni delle grandi demolizioni del centro storico della capitale volute dal regime, che sognava di trasformare Roma nella caput mundi. Migliaia di famiglie furono sfrattate per far posto alla via dell’Impero (oggi via dei Fori Imperiali), l’arteria dove il Duce mostrava i muscoli (scimmiottando Hitler) con le parate militari. Venne abbattuta la “spina di Borgo” per l’accesso a San Pietro e fu completata via della Conciliazione. che sorse al posto del vecchio Borgo medioevale. Agli abitanti fu promessa una casa più bella e più igienica, ma la realtà fu molto diversa dalle promesse. Centinaia di famiglie furono praticamente deportate in periferia. al limite della campagna romana, dove erano nati squallidi agglomerati urbani meglio conosciuti come borgate, a cui furono attribuiti nomi quali Bufalotta, Cessati Spiriti, Valle dell’Inferno, Prima Porta, Primavalle. 

Proprio a Primavalle si consumò la tragedia di Anna Maria Bracci, conosciuta nella borgata come Annarella, una ragaz-zina di 13 anni, trovata morta in fondo a un pozzo, dove era stata gettata ancora viva, nella località Torrevecchia, a Monte Mario, la sera del 18 febbraio 1950. L’emozione e la rabbia che quest’omicidio suscitò, non solo nella gente della borgata di Primavalle, fu veramente grande.