Al commissariato non danno molto peso alle preoccupazioni della madre, era il giorno di carnevale e, dicono, forse la ragazzina si è fermata in qualche casa dove si tiene una festa. Maria, però, ha un brutto presentimento e continua la sua ricerca quasi fino all’alba. L’indomani, alle dodici, si reca nuovamente al commissariato e denuncia la scomparsa di Annarella. 

La notizia si sparge per la borgata e Marta ricostruisce i movimenti della sera prima di Annarella, poi si reca da Lionello Egidi pregandolo di aiutarla nella ricerca. Lionello, aiutato da altre due persone, perlustra la zona di Torrevecchia, ma a sera torna da Marta per dire che le ricerche non sono andate a buon fine. Avvisato della scomparsa della figlia Riziero Bracci sollecita la polizia ad attivarsi nelle indagini. La scomparsa di Annarella innesca una reazione a catena, ne parlano i giornali e finisce per diventare un caso politico sull’incapacità delle forze dell’ordine. Gli echi del caso Girolimoni diventano sempre più forti e così il questore Saverio Polito affida le indagini al dirigente della squadra mobile Barraco. Prima di parlare di omicidio, però, occorre trovare il cadavere della ragazza, ma è come cercare un ago in un pagliaio: la zona di Torrevecchia e Monte Mario è stata scandagliata da cima a fondo, ma nessuna traccia è stata rinvenuta.