Le indagini aperte nel 2008 non sono mai state chiuse. Un anno fa Daria Bonfietti, presidente dell'Associazione dei parenti delle vittime della strage di Ustica, ha fatto appello alla magistratura perché pervenga in fretta alle conclusioni, che permetterebbero di rendere pubbliche le risposte alle rogatorie internazionali avanzate nei confronti di Stati Uniti e Francia, Paesi che sarebbero informati sui movimenti degli aerei militari quella sera sopra Ustica.
Stando a quanto affermato nei giorni scorsi, sempre da Bonfietti, la desecretazione dei documenti è stata completata: “Si può definitivamente affermare che non vi sono carte segrete su Ustica, tutto è depositato secondo le direttive date, e si possono spazzare via tutte le falsità, gli evidenti depistaggi, le false piste con le quali si è voluto nascondere, soprattutto agli occhi dell'opinione pubblica, la verità, imbastendo campagne di pura disinformazione”.
“Guarda, cos’è?”: era un missile o un aereo da guerra. 43 anni dopo i fatti, la storiografia non ha più dubbi, nonostante alcuni militari e uomini politici restino attaccati alla tesi della bomba, sconfessata in più sedi. La giustizia italiana è riuscita a metterlo nero su bianco solo in una sentenza civile, passata in giudicato. Chissà se si potrà mai assistere a un processo penale.