Dopo essere stato fermato nella notte tra il 5 e il 6 dicembre 1978, la Corte d’Assise di Genova lo condannò all’ergastolo per i cinque omicidi commessi. Minghella venne ristretto nel carcere di massima sicurezza di Porto Azzurro. Dal momento del suo ingresso in carcere, professò sempre la sua innocenza. E fu in grado di convincerne anche don Andrea Gallo.

Nel 1995 iniziò a beneficiare del regime di semilibertà e venne trasferito nel carcere delle Vallette di Torino. Proprio a Torino entrerà nella comunità di Don Ciotti e in una delle cooperative del gruppo Abele, dove lavorava come falegname dalle 17 alle 22. Tutti ne parlavano bene e ne dipingevano un’immagine ben lontana da quella del mostro di Genova. Ma presto sarebbe iniziata la seconda stagione degli omicidi.