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Dopo l'arresto del 7 marzo del 2001, a casa di Minghella vengono rinvenuti i cellulari delle prostitute uccise con il numero di matricola cancellato. L'uomo, però, commetterà un errore ancor più grave. Il giorno di San Valentino aveva infatti regalato alla sua fidanzata il cellulare rubato a Tina Motoc.
Minghella venne così fin da subito sospettato per gli omicidi di tutte le prostitute. Ma il 4 aprile 2003 la Corte D’Assise di Torino lo condannò all’ergastolo solo per l’omicidio di Tina Motoc e a trent’anni di carcere per gli omicidi di Cosima Guido e Fatima H’Didou. Dopo due tentativi di evasione, oggi si trova ristretto nel carcere di Pavia al regime del 41 bis. Dovrà scontare una pena totale di duecento anni di reclusione.