Il primo omicidio attribuito a Marco è quello di Marcella Casagrande. Marcella ha 15 anni il 3 gennaio del 1985 quando viene trovata uccisa sul pavimento di casa. Marcella è iscritta al primo anno dell’istituto magistrale Giovani Pascoli di Bolzano e conosce Bergamo in un negozio di articoli fotografici della città anche se abitano entrambi nella stessa via, via della Visitazione. Marco si fa coraggio e le propone di mostrarle la sua nuova macchina fotografica. Lui si presenta a casa di lei attorno alle 15, come concordato, e lei lo fa entrare, è da sola perché la famiglia di lei è a lavorare. Hanno almeno un’ora a disposizione dato che la madre di lei è maestra d’asilo e non sarebbe tornata prima delle 16.
Marco mostra la macchina fotografica a Marcella ed è felice perché finalmente riesce ad avere un dialogo con una ragazza. La sua felicità dura poco dato che alle 15:30 arriva la telefonata di Katia, un’amica di Marcella, che le propone di andare a fare acquisti insieme in un negozio. Marco cerca di convincerla a non andare ma lei dice che deve andare. In quel momento lui perde la testa e tira fuori uno dei tanti coltelli che quel giorno ha deciso di portarsi appresso.
La dinamica dell’omicidio rivela che l’assassino ha una buona dimestichezza con il coltello e un’ottima conoscenza dell’anatomia umana. Marcella è stata attaccata da dietro. La pima coltellata la colpisce alla schiena. Le altre alla testa, al collo, al tronco e alle braccia. In tutto Marco le ha sferrato ventuno coltellate. Le mutandine sono tagliuzzate ma i genitali sono integri e non ci sono segni di violenza sessuale.
L’omicidio di Marcella Casagrande rimarrà irrisolto per sette anni, fino a quando Marco non confesserà l’omicidio poco dopo il suo arresto nell’agosto del 1992. Rivelerà che il fatto di tagliuzzare le mutandine è stato un suo modo per cercare di depistare le indagini verso qualche maniaco sessual.