Sono molti gli sconosciuti che hanno provato ad intessere con la famiglia in quegli anni: non si è mai saputo se si sia trattato di persone realmente coinvolte nel rapimento o di squilibrati in cerca di notorietà. La prima telefonata sarebbe arrivata nella Sala Stampa del vaticano la sera stessa della scomparsa di Emanuela, alle ore 21, a due ore dall'ultimo avvistamento della ragazza. La famiglia della quindicenne ha chiesto fin da subito che fossero fatti degli accertamenti circa la telefonata di quella sia per evidenziare la reale esistenza della stessa che per conoscerne il contenuto. Secondo questa telefonata, sembrerebbe che l'interlocutore per i rapitori di Emanuela fosse la Santa Sede e non la famiglia della ragazza.
Quella, però, è stata solo la prima telefonata nel caso Orlandi. Le chiamate si sono moltiplicate nel corso degli anni, ma la maggior parte delle volte si è trattato di mitomani e persone che provavano a depistare le indagini. Con le loro telefonate, arrivate a casa Orlandi, hanno anche raggiunto centrali di polizia e redazioni dei giornali.