Nel 2019 sembrava essere arrivata la svolta, con una possibile collaborazione da parte del Vaticano, con l'apertura delle tombe di due principesse nei sotterranei del Cimitero Teutonico Vaticano. Le indicazioni sono arrivate in una lettera anonima accompagnata dalla foto di una tomba in cui si leggeva: "Cercate dove indica l’angelo", facendo riferimento alla scultura di un angelo che sovrasta i due loculi e indica verso il basso. L'analisi è poi stata affidata a Giovanni Arcudi, dell'Università Tor Vergata di Roma che si è occupato di analizzare i reperti per prelevare i campioni del dna e prelevarli, insieme al perito indicato dalla famiglia Orlandi. Secondo il Giudice Unico dello Stato della Città del Vaticano, però, le ossa rinvenute risalirebbero a più di un secolo fa.
In questo modo, il Vaticano ha scelto di archiviare l'indagine lasciando, però, alla famiglia Orlandi la possibilità di procedere, privatamente, ad eventuali ulteriori accertamenti su alcuni frammenti già repertati e custoditi, in contenitori sigillati, presso la Gendarmeria. Secondo quanto hanno più volte ribadito il fratello di Emanuela e i legali della famiglia Orlandi, le analisi sulle ossa rinvenute sarebbero state svolte soltanto visivamente, con esami non sufficienti per datare i reperti: "Come si fa a dire che si tratta di ossa centenarie se queste non sono state esaminate? I test genetici e con Carbonio14 non sono stati effettuati", ha dichiarato l'avvocata della famiglia.