1 marzo 1996. 9,30 Rifiano.

Tra i filari di mele, lungo una scoscesa salita si staglia un fienile, il basamento in pietra e la parte superiore in legno. Dall’interno, spavaldo, ne esce l’inquilino, Ferdinand Gamper, che attraversa un tratto di prato per entrare nella proprietà della famiglia che risiede li accanto.

Tullio Merlchiori è uscito in ciabatte a prendere il giornale: la moglie sente lo sparo ed esce. Lo vede a terra, Ferdinand li osserva entrambi e se ne va. A terra un messaggio scritto a penna: “sono un italiano immigrante responsabile di infanticidio, ancora una volta siete arrivati tardi”. Su un piccolo cespuglio di aconito viola, schizzi di sangue fresco colano lenti.