Gli eventi si susseguiranno a un’estenuante, frenetico ritmo: Gamper si asserraglia nel suo fienile, elicotteri e sirene della polizia spaccano quella eterna quiete. Viene immediatamente circondato: è lui il mostro di Merano.
Il maresciallo Guerrino Botte dirige le operazioni; si muove per primo, scoperto. Alcuni brevi, ultimi giorni lo separano dalla meritata pensione che un proiettile tra gli occhi non gli permetterà di godersi mai. Preciso come un cecchino, il killer ha mietuto la penultima vittima: un fumogeno schiva i dardi metallici che sibilano invisibili e letali entrando nel fienile che prende fuoco. La scena è impressionante, Gamper asserragliato nell’edificio che brucia come paglia spara l’ultimo colpo rivolgendo la vecchia carabina contro sé stesso. Venti minuti di attesa e gli specialisti del U.A.C.V., l’unita di analisi del crimine violento, sfondano le crepitanti porte dello stabile trovando Ferdinand riverso a terra, morto con un colpo in fronte.
Pochi giorni dopo, alla funzione del suo funerale, saranno presenti una bara e un prete.