Screenshot 2024 09 30 at 23 23 21 Gbriele musger Cerca con GoogleVengono disposte le perizie per valutare la capacità di intendere e volere di Gianfranco. I periti d’ufficio sono Ugo Fornari e Ivan Galliani. È un soggetto intelligente, senza problemi di memoria, non è ansioso o depresso ma solo sospettoso e cauto. È aggressivo e vuole avere tutto sempre sotto controllo. Si concentrano molto sul ruolo avuto dalla madre. Lo psichiatra Marco Lagazzi partecipa come perito dell’accusa e tutti e tre concordano sulla coerenza tra le caratteristiche dei serial killer e quelle di Gianfranco. La difesa nomina come consulenti di parte Francesco Pinto e Giovanni Battista Traverso. Spiegano che i danni dell’incidente sono evidenti nei cambi della personalità, di tipo patologico, soprattutto nella sfera della psicosessualità determinando parafilie in base al DSM IV. Lo descrivono come appiattito, instabile, labile, agisce senza ponderare con episodi di discontrollo. È processabile ed è rinviato a giudizio.

Il processo inizia il 6 ottobre 1997 in Corte d’Assise.

Il 28 gennaio 1998 arriva la sentenza: ergastolo. Mutilazioni, occultamento, stupri, sequestri e sei omicidi volontari (Roswita Adlassnig, Claudia Pulejo, Blazenka Smoljo, Biljana Pavlovic, la sconosciuta smembrata e la sconosciuta delle foto estreme).

Il 22 marzo 1999 inizia il processo d’appello. Il presidente della Corte dispone una nuova perizia. La conclusione parla di “capacità di intendere grandemente scemata, mentre era esclusa la capacità di volere”. La sentenza arriva il 7 luglio 1999 con 10 anni e sei mesi per distruzione e occultamento di cadaveri con una permanenza di almeno dieci anni in (ex) ospedale psichiatrico giudiziario.Il ricorso dell’accusa viene accolto e il 30 novembre 2000 inizia l’appello bis.

Il 23 maggio 2001 la sentenza parla di ergastolo per cinque omicidi, assolto per la donna che sembrava morta nelle foto di sesso estremo.

Il 7 febbraio 2002 la Cassazione conferma la condanna