Gabriele Musger è una giovane prostituta di origini austriache. Ha solo ventotto anni ma sa fare il suo lavoro e lo fa per mettersi da parte dei soldi. È quella che molti chiamerebbero una professionista. Si prende cura di sé e vive in un motel a sue stesse spese. Non è una tossicodipendente, non salirebbe in macchina con chiunque.
La sera del 15 novembre del 1994 è un martedì e sono circa le 21:15. Gabriele si trova in una via periferica di Vicenza, in attesa del prossimo cliente. Lui accosta e le propone di farle delle fotografie. Il compenso è di 500.000 lire se si fa fotografare vestita, un milione se si fa fotografare nuda. Lei accetta a condizione che non le riprenda il viso.Sale in auto e si dirigono verso la casa di lui a Terrazzo, in via Torrano. I genitori non ci sono perché il padre è molto malato ed è ricoverato in ospedale. Lui le chiede se è un’immigrata in regola o no, se ha con sé i documenti, se vive sola. Lei è a disagio ma non ci presta attenzione.Arrivano nella casa di Terrazzo quasi alle 23 e lui la fa accomodare in casa. La cucina era un set fotografico ma con bende bianche e nere, corde di nylon e altri oggetti simili. Lei si spaventa ma lui la obbliga a indossare un vestito azzurro e una collana di finti turchesi. La fa stendere su un tavolo con sopra una tovaglia turchese, la lega e la violenta e nel frattempo scatta varie fotografie. Lei riesce a chiudersi in bagno e cerca di scappare dalla finestra ma non ce la fa. Lui sfonda la porta e la fa uscire.
Dopo averla tirata fuori dal bagno, lei ha paura. Cerca di convincerlo a risparmiarle la vita in cambio di 25 milioni di lire che ha nel motel. Lui si lascia convincere. Esce fuori a scaldare l’auto. La fa salire e lascia la pistola sul sedile mentre apre il cancello, tira fuori l’auto e poi richiude il cancello. Ripartono alla volta di Vicenza, prendendo l’autostrada mentre la pistola è dai piedi di lei.